"... Abbiamo usato la fotocamera RED per My Son, My Son, What Have Ye Done. Si tratta di una camera immatura creata da persone che provengono dai computer che non hanno una sensibilità e comprensione per il valore dell'alta meccanica di precisione e che ha 200 anni di storia. È terribile: Ogni volta che si dovevi fare il reboot della camera, ci volevano 4 minuti e mezzo o giù di lì. Mi ha fatto impazzire, perché a volte sta accadendo qualcosa sul set e non si può semplicemente premere il pulsante e registrarlo. Un assistente cameraman mi ha detto che questa camera sarebbe l'ideale se avessimo girato alla Biblioteca Nazionale di Parigi, che è stata ferma lì per secoli. Ma tutto ciò che si muove più velocemente di una biblioteca è un problema per la RED. La pellicola Super 35 mm è ancora meglio...."
Ma la di là di questa testimonianza l'intervista apparsa sul magazine The Directors Guild of America è molto interessante perché passa in rassegna molti aspetti del rapporto di Herzog con il cinema e la produzione, incluso i problemi di finanziamento e di rapporto con il mercato.
Molto positivo invece il suo parere sull'editing digitale: "...con il digitale posso montare alla velocità del pensiero.." e sugli effetti speciali. Insomma da leggere!
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